Quello del “fischietto” è sicuramente uno dei lavori più complessi nell’ambito calcistico: ma quanto si può arrivare a incassare ogni anno?
Da ormai anni tutte le notizie economiche legate ai club sono di dominio pubblico nel mondo del calcio. Costi dei cartellini e stipendi non sono più gli unici fattori che vengono evidenziati ma ormai anche parole come bonus, ammortamenti e plusvalenze sono sempre più all’ordine del giorno nello sport più amato dagli italiani.
Se quindi i bilanci delle società e gli ingaggi dei giocatori sono ormai a conoscenza di tutti, con successive polemiche sui costi di uno specifico calciatore in relazione al proprio rendimento, diverso è il discorso per altre figure del mondo del calcio. Più offuscate, ad esempio, sono le cifre guadagnate dai dirigenti che, però, forse destano meno interesse nell’opinione pubblica. Altra categoria che invece può generare maggior curiosità può essere quella degli arbitri.
Quello del direttore di gara è un mestiere molto complesso. Di base se si parla dell’arbitro lo si fa solamente in maniera negativa per evidenziare un errore più o meno grave commesso durante una partita. L’arbitro è solo in campo e ogni sua decisione viene quasi sempre contestata da una o dall’altra squadra e i tifosi sono sicuramente un fattore che può incidere su un fischio. Per questo è molto complesso complesso come mestiere, ma di certo, almeno in Serie A, ben remunerato.
Ci sono diversi fattori che incidono sul guadagno di un direttore di gara. Innanzitutto varia a seconda della mansione (arbitro, guardalinee, addetto al Var, assistente Var, quarto uomo) e poi in base all’anzianità. Ad incidere, inoltre, è anche il suo “standing”: un arbitro internazionale guadagna maggiormente. Insomma un debuttante incassa circa 30 mila euro l’anno, mentre un fischietto navigato che è anche internazionale può arrivare a 90 mila che aggiunta alle partite di Champions ed Europa League può arrivare fino a 200 mila euro.
Entrando nel dettaglio possiamo vedere che un arbitro può percepire intorno ai 3.800-4.000 mila euro a partita, 1000-1500 euro per gli assistenti, 500 euro per il quarto uomo e circa 1.500-2.000 euro euro per il Var. Per la stagione 2022-2023 sono stati resi noti i tre arbitri che hanno incassato maggiormente: si tratta di Daniele Chiffi con 86.800 euro nel ruolo di arbitro – ma anche Var, Avar e Quarto ufficiale. A seguire, Michael Fabbri con 76.900 euro e Daniele Doveri al terzo posto con 76.700 euro.
Ovviamente tra le categorie inferiori le cifre sono decisamente diverse. Un arbitro comincia a guadagnare già nel campionato dilettanti, dove può percepire dai 30 fino agli 800 euro per trasferte superiori a 300 km. Il passaggio alla serie D non comporta un cambio netto per la retribuzione, ma in aggiunta un arbitro ha diritto ai buoni pasto. Segue la Serie C dove un arbitro inizia a guadagnare dai 200 euro in su a partita e le cifre si fanno più interessanti per le trasferte lontane dalla propria sede. Arriviamo alla serie B, dove un arbitro guadagna dai 1.700 euro più rimborsi spese.
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