Se arriva la posta, potrebbe trattarsi di una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. E potrebbe riguardarti, cosa puoi fare per evitare il tracollo.
L’Agenzia delle Entrate ha avviato un’iniziativa che coinvolge circa 700.000 partite IVA, le quali hanno dichiarato incassi inferiori a 15.000 euro all’anno. Queste dichiarazioni sono ritenute sospette, perché considerate al di sotto di una soglia che si potrebbe considerare normale.
E risultano anche inferiori ai redditi minimi previsti per i rispettivi settori di attività ed a quelli dei dipendenti che lavorano nel medesimo campo. In sostanza, si tratta di una situazione potenzialmente anomala, in cui i contribuenti hanno dichiarato entrate notevolmente più basse rispetto a quanto l’Agenzia aveva stimato.
Per affrontare questa discrepanza, l’ente fiscale ha inviato comunicazioni chiare a queste partite IVA, offrendo un’opportunità per correggere le dichiarazioni senza incorrere in sanzioni eccessive. Gli interessati hanno la possibilità di integrare le loro dichiarazioni entro il 12 dicembre, evitando così possibili controlli futuri.
E sempre l’Agenzia ha messo a disposizione una forma di concordato preventivo, un’opzione che consente ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione fiscale.
Chi sono i destinatari delle comunicazioni fiscali?
Le lettere e le comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate hanno colpito specificamente coloro che, secondo le analisi del Fisco, potrebbero essere definiti come “finti poveri”. Questo termine si riferisce a contribuenti che, nonostante dichiarazioni di reddito molto basse, potrebbero in realtà avere entrate più elevate, considerando il contesto economico in cui operano.
Le comunicazioni non si limitano a segnalare anomalie nei redditi dichiarati, ma prendono in considerazione anche indici di affidabilità e i redditi medi del settore.
Questa iniziativa è parte di un intervento più ampio che ha coinvolto due milioni di contribuenti, di cui oltre 900.000 avevano già ricevuto comunicazioni preliminari. La seconda ondata di lettere è stata inviata a coloro che hanno mostrato ulteriori anomalie nelle loro dichiarazioni fiscali.
Il primo passo per i destinatari delle comunicazioni è quello di considerare l’opzione di integrazione della dichiarazione dei redditi. Questa operazione consente di regolarizzare la propria posizione, pagando la somma dovuta con una piccola sanzione. Oltre a questo, l’Agenzia delle Entrate offre anche la possibilità di aderire al concordato preventivo, una misura che ha suscitato l’interesse di molti contribuenti.
Come funziona il concordato preventivo
Il concordato preventivo rappresenta una strategia adottata dal governo per incentivare i lavoratori autonomi a regolarizzare la propria posizione con il Fisco. Questa misura prevede che i contribuenti accettino di pagare una somma stabilita di tasse per gli anni 2025 e 2026, che in genere è superiore a quella versata negli anni precedenti.
In cambio, si evitano controlli fiscali e si ottiene una maggiore tranquillità riguardo alla propria posizione fiscale. Il governo ha recentemente approvato una proroga che consente di aderire a questa misura fino al 12 dicembre.
Maggiore sarà il numero di partite IVA che decidono di partecipare, maggiori saranno le entrate fiscali disponibili per l’esecutivo, permettendo di attuare eventuali misure di riduzione dell’IRPEF.
Coloro che aderiscono a questa iniziativa evitano il rischio di controlli per il periodo stabilito. E possono anche beneficiare di una sanatoria per eventuali debiti pregressi. Questa sanatoria, valida per i periodi d’imposta dal 2018 al 2022, consente di saldare i debiti senza dover pagare interessi o sanzioni, versando una cifra minima di mille euro per anno.