Il pandoro ed il panettone sono dei must have per le festività di Natale. Alcuni però andrebbero esaminati prima di finire nel nostro carrello della spesa.
La qualità di pandoro e panettone che ogni giorno vengono acquistati a milioni in tutta Italia tiene banco, nelle settimane che precedono Natale. Questi sono presenti in innumerevoli varietà di gusti, oltre alle loro versioni classiche. E ce ne sono di confezionati e di artigianali, con tante marche e svariati nomi differenti. Ogni proposta sa essere unica, pur essendo le ricette di pandoro e panettone soggette a determinati vincoli. La differenza la fanno gli ingredienti ed alcune procedure intraprese in fase di realizzazione.
Ma spesso e volentieri dietro alla superficie morbida ed al profumo avvolgente di pandoro e panettone si nasconde un tema che merita attenzione. Ovvero la qualità proprio degli ingredienti utilizzati nella loro produzione. Se sei un consumatori attento avrai notato che la lista degli ingredienti nei panettoni commerciali spesso solleva interrogativi. Nonostante la ricetta tradizionale preveda solo pochi elementi, la tendenza ad aggiungere additivi alimentari sta diventando sempre più comune, specialmente nelle produzioni industriali.
Come riconoscere un panettone e pandoro di qualità?
La legge italiana stabilisce chiaramente quali ingredienti devono essere presenti affinché un dolce possa fregiarsi del nome “panettone”. Un decreto del 2005 definisce i requisiti minimi, specificando che il panettone deve contenere farina di frumento, zucchero, uova di gallina di categoria A, burro in quantità non inferiore al 16%, uvetta, scorze d’arancia e canditi, lievito naturale e sale. Questi ingredienti rappresentano la base di un prodotto autentico e di qualità.
Però in molti panettoni industriali si aggiungono sostanze ulteriori, spesso non necessarie e talvolta discutibili. Gli additivi alimentari, per definizione, sono sostanze impiegate per migliorare le caratteristiche organolettiche degli alimenti, prolungare la loro durata o migliorarne la consistenza. Sebbene possano avere una funzione pratica, l’uso eccessivo di questi ingredienti può compromettere la genuinità del prodotto finale.
Nel caso del panettone, additivi come mono e digliceridi degli acidi grassi sono utilizzati per aumentare la morbidezza e la conservabilità, mentre sciroppi di glucosio-fruttosio vengono impiegati per dolcificare e mantenere l’umidità del dolce. Questo approccio, sebbene possa sembrare vantaggioso dal punto di vista produttivo, allontana il panettone dalla sua tradizione e autenticità. Leggere le etichette è il modo migliore per capire se sia il caso o meno di procedere con l’acquisto.
L’inchiesta sull’utilizzo di additivi, le marche che ne fanno più uso
Il Salvagente ha messo in luce la presenza di questi additivi in noti marchi di panettoni, come Motta, Balocco e Tre Marie. Questi famosi produttori utilizzano ingredienti che, pur migliorando la durabilità del prodotto, ne riducono la qualità percepita. La presenza di zuccheri aggiunti e additivi rende questi dolci meno naturali, trascinando il panettone verso una dimensione industriale che mette in discussione la sua tradizione artigianale. Però anche nel settore artigianale non mancano sorprese. Molti panettoni, pur vantando una lavorazione manuale e ingredienti di qualità, possono includere additivi non conformi alla ricetta tradizionale.
Un esempio è il Panettone Milano Classico di Flaminghi, che contiene mono e digliceridi degli acidi grassi, oppure il panettone artigianale Misterfoodie, il quale utilizza olio di palma, non ammesso dalla normativa che regola la produzione di panettone. La questione si complica ulteriormente con i panettoni e pandori senza glutine. Per ovviare alle difficoltà di lievitazione e consistenza, i produttori ricorrono a una serie di additivi che, sebbene utili, possono influenzare negativamente la salute intestinale. Perciò è bene prestare attenzione agli ingredienti e scegliere prodotti che non solo rispettino le normative, ma che garantiscano anche un consumo responsabile.
Per chi desidera un panettone od un pandoro autentici e privi di additivi, la soluzione migliore è quella di leggere attentamente le etichette e, quando possibile, rivolgersi a forni o pasticcerie di fiducia. Un buon dolce natalizio dovrebbe avere ingredienti semplici e riconoscibili, senza troppi fronzoli. La vera essenza di questo dolce sta nella qualità delle materie prime, nella cura della lavorazione e nel rispetto della tradizione. C’è anche una classifica di qualità sul migliore panettone 2024, ed uno chef famoso è stato bocciato dopo analisi ed assaggi del caso.