Arriva il sì da parte del comitato di Ema per il via libera di un nuovo farmaco utile contro l’Alzheimer: aiuterà solo alcuni pazienti.
È arrivato il via libera da parte del comitato dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, per l’introduzione sul mercato di un nuovo farmaco utile contro l’Alzheimer, una delle malattie che danneggiano il cervello più diffuse sul pianeta. L’Alzheimer è una patologia naurodegenerativa tra le più diffuse al mondo, nonché la principale forma di demenza dei Paesi più sviluppati.
Secondo le stime, circa il 5% della popolazione mondiale over 65, e circa il 20% degli over 85, soffrirebbe di questa patologia. In alcuni casi, inoltre, l’Alzheimer si manifesta addirittura in giovane età, a partire dai 50 anni, e in questo caso si parla di esordio precoce. Il degrado neurodegenerativo viene determinato dal progressivo deterioramento delle cellule del cervello, le quali influenzano tutte le funzioni cognitive, quindi quelle legate alla memoria, al ragionamento e al linguaggio.
Nuovo farmaco contro l’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo: chi potrà ottenerlo
Purtroppo, ancora oggi non possiamo fare affidamento su un farmaco capace di arrestare il degrado cognitivo. Tra le forme di prevenzione ci sono l’adozione di un sano stile di vita, riducendo lo stress psicofisico, cercando di diminuire il rischio di malattie cardiache, quindi ponendo attenzione alla pressione alta e al colesterolo alto. E ancora, occorre seguire una sana alimentazione, svolgere un’attività fisica e stimolare il cervello, leggendo tanto, oppure completando i cruciverba, e tenerlo impegnato con gli hobby.
La stimolazione cognitiva è fondamentale per rallentare il processo di invecchiamento dell’organo. Uno dei farmaci più recenti è il Leqembi (Lecanemab). Il comitato dell’Ema ha recentemente dato il via libera al suo utilizzo, ma soltanto per alcuni pazienti, quelli appartenenti alla categoria dell’Alzheimer precoce. Dunque, il farmaco potrebbe rappresentare un’arma efficace soltanto contro i disturbi cognitivi in forma lieve e primordiale.
È utile anche in caso di demenza lieve, nei pazienti che hanno solo una o nessuna copia di ApoE4, una forma del gene per la proteina apoliproteina E. Dunque, il farmaco sembrerebbe funzionare bene solo su una categoria di pazienti affetti da Alzheimer. Il Lecanemab è il primo farmaco che viene somministrato durante le fasi iniziali della malattia, ed è in grado di rallentare i sintomi dell’Alzheimer.
Negli Stati Uniti, così come in Giappone e in UK, il medicinale ha già ricevuto il via libera, ora si attende il via libera anche negli altri Paesi. Il Leqembi sarà distribuito in quantità limitate, per raggiungere soltanto alcuni pazienti e attraverso un programma di accesso controllato.
Dietrofront da parte di Ema: arriva il farmaco contro l’Alzheimer precoce
La decisione dell’Ema è legata all’utilizzo di una categoria specifica, ossia i pazienti con solo una o nessuna copia di ApoE4, poiché questi hanno meno probabilità di manifestare effetti collaterali rispetto ai pazienti con due copie di ApoE4, i quali sono in percentuale maggiore.
Tra i rischi che si corrono, somministrando il farmaco alla platea con due copie di ApoE4, ci sono gonfiori e sanguinamento nel cervello, rischi che possono condurre alla morte. Nella platea limitata, invece, il rischio di controindicazioni è decisamente minore. Dopo la prima bocciatura da parte del comitato, l’estate scorsa, spaventato proprio per i rischi connessi all’uso del Lecanemab, ora è stata presa un’altra decisione.
Nei pazienti con Alzheimer precoce, il farmaco comporta benefici dopo un anno e mezzo di trattamento. Il declino cognitivo viene rallentato, migliorando la qualità della loro vita. Ora non si attende altro che l’autorizzazione all’introduzione in commercio su ampia scala, e presto il Leqembi potrà essere acquistato in tutta Europa, compresa l’Italia.