Emergono in questi giorni le cause che hanno dato origine a una giornata di inferno all’aeroporto di Los Angeles: l’assurda vicenda.
Proprio in questi giorni, dopo più di un anno, le autorità statunitensi della Civic Aviation USA, sono riusciti a risalire alle cause che hanno dato origine, il 28 agosto 2023, a un periodo di inferno per lo scalo di Los Angeles, dove circa 700 mila passeggeri sono rimasti prigionieri in aeroporto per diversi giorni. Un aeroporto al collasso, paralizzato per tre giorni, e che ha creato enormi disagi.
Il 28 agosto 2023, improvvisamente, tutti gli aerei in partenza dall’aeroporto internazionale di Los Angeles, sono rimasti a terra, impossibilitati a decollare. Come riporta il quotidiano britannico The Sun, il collasso del piano di volo allo scalo americano sarebbe stato scatenato da un banalissimo fraintendimento in fase di pianificazione da parte degli operatori. Che cosa è accaduto?
700 mila passeggeri bloccati in aeroporto: a Los Angeles collassato il piano di volo per decolli e arrivi
Dopo accurate indagini, le Autorità dell’aviazione civile sono riuscite a risalire alla causa del collasso del piano di volo dell’aeroporto internazionale di Los Angeles: la paralisi del National Air Traffic Services, ossia del programma di voli di tutti gli aeroplani in partenza e in arrivo allo scalo californiano. Aerei impossibilitati a decollare e ad atterrare, per tre interi giorni. La colpa, a quanto pare, sarebbe da imputare degli ingegneri del supporto IT.
Gli ingegneri chiamati a monitorare il programma del National Air Traffic, avrebbero causato un danno di 100 milioni di dollari, sia ai passeggeri sia alle compagnie aeree. Il disastroso problema è accaduto per un banale fraintendimento degli operatori in smart working. Si è scoperto, infatti, che, mentre tanti colleghi erano in vacanza, altri lavoravano da remoto.
È bastato un semplice blocco del sistema per mandare in tilt l’aeroporto, con gli ingegneri al lavoro da casa e che non conoscevano la password per entrare nel sistema. I pochi che la conoscevano, invece, erano in vacanza. Gli operatori sono stati richiamati negli uffici dell’aeroporto, dopo quasi due ore di blocco, ma nonostante il primo intervento, nessuno è riuscito a risolvere il problema.
Quattro ore dopo la segnalazione, è stata contattata l’azienda produttrice del sistema, una società tedesca, la Frequentis Comsoft, alla quale è stato chiesto di resettare tutto il sistema per poterlo riavviare. Una vicenda assurda che ha causato il caos totale e una nuova programmazione dei voli, eseguendo un intervento che ha richiesto diversi giorni.
In tilt oltre 15 milioni di piani di volo: tre giorni di caos e 700 mila passeggeri prigionieri
Jeff Halliweel, presidente dell’inchiesta, ha dichiarato che l’incidente ha rappresentato un grave fallimento del sistema di controllo del traffico aereo. Una vicenda del genere non dovrebbe mai accadere, e come riporta Rob Bishton, amministratore delegato della Civil Aviation Authority, è bastato un blackout di soli 20 secondi del sistema operativo, su un volo che sarebbe dovuto partire da L.A. in direzione di Parigi, per scatenare il panico.
Il blackout, poi, avrebbe mandato in tilt oltre 15 milioni di piani di volo. Sarebbe bastato rientrare nel sistema inserendo la password, ma nessuno degli operatori al lavoro la conosceva. Gli operatori dei NATS, gli uffici aeroportuali, hanno chiesto scusa per l’inconveniente.
Un incidente tecnico che non dovrebbe mai accadere, e hanno affermato di aver imparato molto da questo caos, chiamando tutti i lavoratori coinvolti ad avere una maggiore collaborazione. I responsabili, inoltre, avrebbero eliminando lo smart working per gestire tutto in loco ed evitare altri incidenti simili.