A un passo dalla Serie A, ha lasciato il calcio: “Volevo seguire Gesù”

La storia di don Davide Tisato: da giovanissimo, era un talento del calcio italiano, ma ha scelto la vocazione sacerdotale.

Nato a Verona, ordinato presbitero nel 2015 nella Basilica di San Pietro, classe 1984, la storia di don Davide Tisato è una storia di vera vocazione, che fa molto riflettere sui valori reali della vita. Attualmente è rettore del seminario neocatecumenale Redemptoris Mater di Macerata, ma prima era stato parroco e viceparroco a Roma. Sin da bambino, sentiva la vocazione, racconta oggi, ma la scelta di diventare sacerdote non è stata qualcosa di immediato, tutt’altro.

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Don Davide Tisato (Tivolirugby.it)

Davide Tisato, infatti, prima di entrare in seminario, una scelta ponderata quando aveva 19 anni, nel 2003, era una giovane promessa del calcio veronese. Di ruolo difensore centrale, era stato attenzionato da club professionistici, prima dal Chievo – dove ha rischiato di giocare in Primavera – e poi dal Parma. Ha giocato nel Crazy Verona e avuto diverse esperienze, tra cui un campionato di Promozione.

Dal calcio al sacerdozio: la storia di Davide Tisato

Un giorno, alcuni osservatori del Chievo Verona notano questo ragazzo di gran talento e lo avvicinano, ma Davide in quel periodo aveva evidentemente altri interessi e scelse di seguire la vocazione religiosa. La sua esperienza l’ha raccontata in molte interviste, sia a quotidiani sportivi e non, che in televisione, in particolare a Paola Saluzzi su Tv2000.

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Dal calcio al sacerdozio (Tivolirugby.it)

La passione per il calcio, in realtà, non l’ha mai abbandonata del tutto: durante il seminario, ha continuato ad avere un ruolo significativo nella sua vita, grazie all’attenzione dei superiori per l’equilibrio tra formazione spirituale, intellettuale e fisica. Ha partecipato attivamente al calcio anche nel contesto seminariale, diventando capitano e vincitore della Clericus Cup con la squadra del Redemptoris Mater.

Nel 2015, è stato ordinato sacerdote nella Basilica di San Pietro per mano di Papa Francesco, insieme ad altri 18 seminaristi provenienti da diverse nazioni. In quell’occasione, il Pontefice ha rotto un rigido protocollo e ha acconsentito alla richiesta di Davide Tisato di accompagnarlo all’Angelus, sottolineando l’importanza di avere “faccia tosta” per servire Dio e la Chiesa.

L’importanza dello sport nella vita di don Davide Tisato

L’esperienza di don Davide Tisato nella duplice veste di sacerdote e calciatore gli ha permesso di confrontarsi con realtà diverse soprattutto negli anni del seminario, anche durante un periodo di studio in Palestina. In quel contesto di zone di guerra, il giovane Davide ha giocato con giovani ebrei, musulmani e palestinesi, dimostrando come il calcio possa abbattere barriere culturali e religiose.

In alcune interviste, don Davide Tisato ha anche condannato con fermezza gli atti di razzismo negli stadi, ribadendo che lo sport dovrebbe unire le persone e promuovere valori universali, come accoglienza e rispetto reciproco. Ideali sani che fanno da contraltare a tanti brutti episodi che si verificano quotidianamente nel mondo degli stadi e dello sport in generale.

Secondo don Davide Tisato, dunque, lo sport può essere uno strumento educativo fondamentale per le giovani generazioni, favorendo valori come lealtà, disciplina e solidarietà. Seguendo questo principio, nelle sue parrocchie, le porte dei campi sportivi restano sempre aperte, per offrire ai giovani un luogo di incontro e crescita.

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